La dematerializzazione che caratterizza l’ultimo decennio non riguarda solo la tecnologia, ma coinvolge diversi aspetti del vivere quotidiano. Rientrano in esso la musica (dalle musicassette al mp3), il cinema (dalle videocassette al pay per view), l’editoria (dal libro cartaceo all’ebook), la professione (dai software su cd agli aggiornamenti scaricabili on line e poi al Cloud, la firma digitale, la Pec). Le password sostituiscono le strette di mano, l’home banking sostituisce le visite in banca, il codice PNR sostituisce il biglietto ferroviario. I tempi cambiano, le cose (materiali) spariscono sostituite da codici, segni, tasti, icone.
Per i commercialisti la trasmissione telematica ha tracciato un passaggio anni addietro (non eliminando per questo carte e burocrazia, ma modificandone le vie di smistamento), per gli avvocati il faticoso avvio del processo telematico dovrebbe segnare lo stesso confine; per tutti i cittadini la digitalizzazione della Pubblica Amministrazione dovrebbe segnare un passaggio epocale. Insomma il trend in atto è verso l’intangibilità delle cose, dagli strumenti di lavoro ai beni ludici.
Il grande filosofo Zygmunt Bauman, nei suoi meravigliosi scritti parla di “liquidità” riferendosi alle relazioni, all’amore, insomma a tutto ciò che un tempo aveva una consistenza e oggi, per la velocità e la modalità con cui si vivono gli aspetti della vita e delle relazioni, non hanno più. Amore liquido, relazioni liquide, paure liquide, modernità liquida…sono grandi saggi di Bauman che fanno riflettere, affascinano e spaventano al tempo stesso, ma che rendono la fotografia dell’epoca che stiamo vivendo.
Così come le relazioni, affettive, coniugali, di amicizia, sono diventate più “precarie”, anche la materialità dei beni a cui aggrapparsi è svanita. Il “mattone” su cui investire, il titolo di Stato lento ma sicuro, il libretto postale a vita… I nostri nonni e i nostri genitori sono cresciuti con la cultura del risparmio, certo; innanzitutto qualcosa da risparmiare c’era e poi c’era qualcosa a cui affidare stabilmente i propri soldi, affetti, speranze. Si comprava la casa, magari anche la seconda o la terza al mare, si comprava l’auto, si investiva in Bot. L’italiano, da buona formichina, si è sempre caratterizzato per la cultura del mettere da parte, del rendere solido il sacrificio, del mettere fieno in cascina.
Ora l’auto si svaluta in pochi mesi; il cellulare diventa obsoleto in pochi giorni; la casa al mare ha un costo di manutenzione spropositato. Conviene di più usare il car sharing per spostarsi, il comodato d’uso per il cellulare, l’affitto per le vacanze. Tutto pay per use, pago e utilizzo. L’immaterialità al massimo livello. Non dico né che sia un bene, né che sia un male. Prendiamo atto e basta.
Chiediamoci però se nella cultura dei nostri tempi possa ancora avere senso il risparmio, concettualmente parlando, intendo. È questa la strada giusta oggi se si vuole davvero “stare più sicuri”? Qualche dubbio sorge…
Nell’intangibilità dell’avere, nella smaterializzazione degli oggetti che ci circondano, nella obsolescenza di ciò che possediamo, la soluzione più strategica non è forse investire…su se stessi? Non è forse meglio fare lo scatto mentale e cominciare a pensare che oggi di sicuro non vi è più nulla, se non ciò che continuiamo ad apprendere? La conoscenza di noi stessi prima di tutto, la consapevolezza dei nostri obiettivi, delle nostre risorse, del nostro poco o tanto tempo a disposizione per realizzare qualcosa di cui andare fieri.
Chiamatelo coaching, crescita personale, self empowerment o altro, l’importante è capire che l’unica cosa che da oggi in poi merita davvero investimento di energie, risorse, tempo, fatica siamo noi stessi, la nostra costante, continua, caparbia voglia di migliorare, crescere e dare il meglio di noi. Qualunque sia il punto da cui partiamo, la mentalità vincente sarà di chi investe e non di chi si risparmia.

Stay foolish stay hungry… Steve Jobs ci ha lasciato anche questo! E non diventerà mai obsolescente, a differenza delle innumerevoli versioni di iPhone e Ipad che si susseguiranno nel tempo!
Dateci dentro, allora, con tutta l’energia che avete!
Mario Alberto Catarozzo