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La metafora dello zaino

La prima volta con il peso nello zaino sono arrivato al traguardo sentendo tutto il peso dietro le spalle.

La seconda volta mi sentivo libero, come se il mio risultato fosse più vicino, più facile da raggiungere.

Vincenzo AllievoTeulié

L’ esperienza di Group Coaching presso la scuola militare Teulié

Oggi voglio condividere con voi la mia esperienza personale di Group Coaching presso la scuola militare Teulié di Milano, grazie al mio Coaching Club Lombardia che è sempre molto attivo sul territorio. Sapientemente coordinato dalla responsabile Barbara Seccafieno, i coach che hanno aderito al progetto, hanno potuto beneficiare di questa bellissima opportunità fornendo il servizio di coaching ai ragazzi delle quinte classi su iniziativa di un altro Coach Aicp il Comandante di Battaglione Allievi Marco Iavarone.

L’obiettivo era quello di aiutare questi ragazzi a prendere maggiore consapevolezza delle scelte da fare in merito alla carriera militare-universitaria da intraprendere. Facile a dirsi…difficile a farsi.

Inevitabile che si creino momenti di crisi, dubbi, incertezze. D’  altra parte chi non li ha mai avuti?

La parte sfidante dal mio punto di vista, era riuscire a coordinarci tra noi coach divisi per classi, sulla metodologia da utilizzare, poiché ognuno proviene da formazioni differenti, senza tralasciare l’obiettivo principale: il supporto ai ragazzi.

Il mio gruppo, vista la classe con il numero più basso di partecipanti, era composto da due coach: il collega Alessandro Augusto Business Coach e da me, Aurora Puccio come Sport Mental Coach.

L’ INIZIO

Aurora Puccio Sport Mental Coach

Alessandro Augusto Business Coach

Legati da una stima reciproca creatasi in questi primi anni grazie agli incontri al Club, fino a quel momento avevamo capito che in comune avevamo sicuramente la statura.

L’ autoironia ci sembrava un ottimo punto di partenza. Infatti entrambi non siamo molto alti :-), ma di certo abbiamo un carattere deciso e proattivo. Soprattutto, in quell’occasione, avevamo la stessa intenzione di dare il meglio di noi stessi per portare i ragazzi al traguardo.

Abbiamo imparato nel corso degli incontri a conoscerci e coordinarci mettendo a confronto le nostre idee, preparando gli interventi ma lasciando una margine all’improvvisazione perché non potevamo conoscere a priori come la classe avrebbe reagito a un percorso di coaching. Argomento completamente nuovo per tutti gli allievi. Senza sottovalutare la sfida di coinvolgerli in qualcosa che la scuola aveva scelto per loro. In questi casi il rischio per il coach è molto alto perché significa riuscire a trovare la leva giusta per motivarli coinvolgendoli negli incontri e ottenendo la loro collaborazione.

QUANDO IL COACHING SI FONDE CON LO SPORT, LA VITA E IL BUSINESS

Entrambi non conoscevamo la rispettiva formazione o il modo di lavorare. Per di più io sono specializzata nello sport, lavorando prevalentemente con gli atleti, mentre Alessandro in ambito Life e Business.

Anche in settori diversi come in azienda o come in quest’occasione, utilizzo sempre la metafora e gli strumenti sportivi perché, a mio modo di vedere, lo sport è uno strumento universale che riesce a veicolare numerosi messaggi mettendo in relazione mondi diversi. Infatti gli interventi da me curati si alternavano tra l’aula e il campo che mi consentiva di mettere in pratica alcuni esercizi importanti come la metafora dello zaino, con l’obiettivo di allenarli ad ascoltare quelle sensazioni, e quei segnali che il corpo ci manda a cui non siamo più abituati. Essi rappresentano una fonte di informazioni per le scelte da intraprendere, molto importanti.

Alessandro invece si occupava, attraverso l’uso di strumenti pratici, di tradurre le sensazioni e quindi la parte emotiva, in ragionamenti che portasse loro ad una scelta consapevole che sarebbe stata realizzata concretamente con specifiche azioni da mettere in campo.

L’ esperienza è stata molto positiva sia con i ragazzi che con Alessandro dal quale ho imparato moltissimo, sia dal punto di vista degli strumenti di coaching condivisi, sia nel modo di condurre un’aula che nell’atteggiamento con i ragazzi. Questa è stata anche un occasione per lui, come mi ha confessato al termine, per vedere all’opera un coach sportivo che per alcuni versi, mi sono resa conto anche io, è completamente diverso da un coach tradizionale.

EQUILIBRIO TRA PRATICA E PASSIONE

Il nostro punto di forza, oltre la fiducia, è stata la diversità sull’approccio: Alessandro molto schematico, pragmatico, io molto sul lato emotivo e passionale. In pratica in aula, ci siamo resi conto, che riuscivamo a mettere in scena i due aspetti della mente umana: quella razionale-logica ( Alessandro) e quella irrazionale-emotiva (io), passandoci la palla al momento giusto senza un copione scritto, semplicemente riuscendo entrambi con uno sguardo, a sentire quando era il caso di fare l’assist al compagno di squadra.

Questo ha permesso entrambi di riuscire a far parlare i ragazzi di loro stessi, dei loro sogni, delle loro aspirazioni. Di aiutarli a prendere consapevolezza che per qualcuno forse non era la strada giusta, guidandoli concretamente verso quella che più poteva aiutarli a raggiungere la felicità che tutti ricercano senza conoscerne però in pieno la vera essenza, aggrappandosi solo al significato della parola.

LA NOSTRA MEDAGLIA? IL SALUTO DEI RAGAZZI

Quando il percorso si è concluso,  per me e Alessandro è stato il momento più emozionante e inaspettato: i ragazzi si sono alzati tutti in piedi, facendo il saluto militare. Non è un saluto che spetta a tutti. Lo sappiamo bene. In quel momento abbiamo percepito che è stato il loro modo personale di dirci grazie con il cuore. Non sapremo mai gli sviluppi delle loro vite, ma ci piace pensare di avergli lasciato qualcosa che in futuro potranno utilizzare nelle loro scelte importanti.

Sicuramente anche noi due abbiamo imparato tanto da questi ragazzi perché ogni allievo condividendo desideri, paure, incertezze, ci ha fatto rivivere le stesse sensazioni vissute alla loro età e che di fatto non ci abbandoneranno mai. Esserne consapevoli e avere gli strumenti per superarli, fa la differenza.

EPILOGO

Tengo a precisare che il successo ottenuto nella nostra classe è dovuto a un rapporto tra me e il collega di reciproca fiducia, rispetto dei ruoli, senza limitazioni creative, giudizi, inibizioni sulle scelte operate dall’uno o dall’altro in perfetta armonia orientata sempre verso l’obiettivo comune di aiutare i ragazzi.

Coaching Taulé_CagnottoDallapè_Aicp_sportmentalcoachIn pratica abbiamo messo in atto, un vero gioco di squadra. Sembravamo la coppia Cagnotto-Dallapé alle recenti Olimpiadi di Rio: ci siamo tuffati in questa esperienza da un trampolino molto alto per noi due, ma quando siamo riemersi dall’acqua i nostri volti erano sorridenti, felici di essere coscienti di aver dato il massimo possibile.

p.s. Come vedi lo sport c’entra sempre :-)

Grazie

Aurora Puccio  –  Sport Mental Coach