Scheda coach

Fin da giovanissima sono affascinata dalla comunicazione e dai significati variabili dei costrutti comunicativi a seconda dello scopo e del contesto.
Da promettente studentessa universitaria di Filosofia fino al master in Comunicazione e Marketing, per la maggior parte della mia vita ho studiato la Comunicazione sotto varie forme ma soprattutto come leva fondamentale del Marketing, come fattore persuasivo, come strumento pubblicitario, come dato per analizzare un target. Tuttavia, seppur nel corso degli anni la mia curiosità mi abbia permesso di accumulare tanti pezzi di conoscenze, ho intuito che quel processo di scoperta non avrebbe mai avuto un punto di arrivo. Per fortuna.
Dopotutto, l'essere umano è in continua evoluzione e così gli strumenti e le modalità che usa per comunicare. E si evolvono anche le teorie per conoscere, distinguere, analizzare, dipanare la matassa degli strumenti di comunicazione.
Dall'analisi dei primi schemi matematici fino all'intuitivo “non si può non comunicare”, mi sono sempre chiesta cos'è che spinge l'uomo a scegliere le parole, quale frase lo emoziona quando legge un libro o guarda un film, quali sono i motori che stimolano determinate risposte (cognitive e/o emotive), cosa si cela dietro la sempre-verde “non ci capiamo” anche se parliamo la stessa lingua?
Passando dallo studio dei bias cognitivi al processo decisionale di acquisto, dagli approfondimenti di Neuromarketing all'economia comportamentale, sono approdata alla comunicazione non violenta e al Coaching, approcci che mi hanno permesso di fare dei cambiamenti anche consistenti nelle mie relazioni personali con gli altri, anzi di più. Mi hanno dato l'occasione di richiamare a me un concetto che avevo sepolto anni dietro poiché deviata dallo scopo “commerciale” delle mie specializzazioni; mi ha permesso di aprirmi, in un modo nuovo e più consapevole, alla ricchezza e alla complessità dell'unicità dell'essere umano senza secondi fini, all'Altro che accolgo e osservo, genuinamente incuriosita.
Allora ecco che, dal mio punto di vista, è opportuno che maturi la responsabilità verso l'altro che passa attraverso la responsabilità di conoscere e scegliere le parole giuste per essere com-presi, per accertarci che non incorrano fraintendimenti e che ci permetta di assumere il ruolo di co-creatori di un mondo (grande o piccolo che sia) fatto di pace e armonia.