Incontro tutti i giorni persone che hanno disperatamente bisogno di cambiare, di migliorare; persone che custodiscono del potenziale ben nascosto che non sanno nemmeno di custodire. Incontro persone che vorrebbero arrivare da qualche parte ma non sanno come; persone che non sanno nemmeno dove vogliono arrivare… Sono tutte persone che avrebbero bisogno di COACHING! Sfortunatamente, non tutti sono potenziali coachee, cioè non sono, detta in inglese, coachable!

Essere “coachable” è una caratteristica importante da cui dipende il successo o il fallimento di un percorso di coaching. Il primo incontro, cioè la sessione “0”, è utile al coach anche per identificare questa condizione, però a volte risulta difficile essendo necessarie più sessioni. Ma non è solo in un percorso di coaching che ci può essere utile. Essere “coachable” è, se vogliamo, un’impostazione mentale che ha un impatto positivo sulla nostra vita in generale: ti rende consapevole, predisposto al miglioramento, ti aiuta a costruire dei rapporti ottimi con gli altri, comunicare in modo efficace, sfruttare le opportunità, raggiungere obiettivi e … incoronare dei sogni! Una persona “coachable” sta bene con sé stessa e con gli altri, acquisisce continuamente competenze e abilità, sa dove si trova e dove vuole arrivare, e diventa allo stesso tempo un esempio positivo per gli altri perché ottiene continuamente risultati!

Immaginate però una persona che ha una mentalità chiusa, che rifiuta l’innovazione e ha paura del cambiamento. Una persona che pensa di sapere già tutto e di avere sempre ragione, polemizzando sempre sui feedback e assumendo un atteggiamento difensivo. Una persona che non è motivata o interessata a raggiungere un certo obiettivo e che pensa che la riflessione sia una perdita di tempo. Non c’è coach che la possa aiutare. Nessuno può aiutare a fare bene qualcosa a qualcuno che non ha intenzione di farla realmente. E onestamente non dovrebbe neanche!

Non è mia intenzione proporvi una lettura troppo lunga, anche se l’argomento è interessante. Desidero piuttosto innescare un processo di riflessione, stimolare la vostra curiosità sia nei panni del coach che del coachee…

Riassumendo, è coachable una persona:
• Determinata – desiderare veramente, con tutte le forze. Essere capaci di sforzi e sacrifici per ottenere quello che si desidera. Mettersi in gioco prima di tutto mentalmente!
• Umile – in verità è una qualità trasversale che permette di accettare altri punti di vista, senza pregiudizi; di ascoltare attivamente e quindi creare dei rapporti in modo costruttivo; di sfruttare ogni occasione per imparare e crescere, senza pensare di sapere già tutto o di non aver nulla da imparare dal suo interlocutore; di accettare i feedback nell’ottica di un confronto proficuo e trasformarli in occasioni di riflessione
• Che crede in tutto ciò che fa – non c’è spazio per dubbi, crederci veramente fa la differenza. Come si può raggiungere un obiettivo, superare ostacoli, coinvolgere facilitatori se non ci si crede realmente e per primi?
• Consapevole – capire dove ci si trova e dove si vuole arrivare. Inoltre è indispensabile accettare il sostegno di un altro, e perché no, considerarlo indispensabile.
• Proattiva – è imprescindibile mettere in pratica le azioni. A cosa servirebbe se tutto il resto non si trasformasse in azioni?