Consapevolezza

La consapevolezza (awareness), è anche il primo e fondamentale passo in un percorso evolutivo, si passino i termini, sia da un punto di vista “ontogenetico” che “filogenetico”, che il coaching sviluppa sia nelle organizzazioni che nelle persone.

https://it.wikipedia.org/wiki/Consapevolezza

La nostra vita o la vita di un’azienda o di un’organizzazione, lo si voglia o meno, va da qualche parte, si muove in qualche direzione.

Spetta a noi e solo a noi, decidere se essa sia eterodiretta o se essa sia autodiretta.

Nel primo caso, affidiamo lo sviluppo o l’inviluppo, a degli agenti esterni che non dipendono, in tutto o in parte dalla nostra volontà e dal nostro controllo. Se riusciremo ad ottenere ciò che desideriamo, vogliamo, riteniamo giusto od opportuno per noi, sarà molto probabilmente, per non dire certamente, un caso fortuito e molto molto raro. Per chi crede nella fortuna, nel fato, questo approccio andrà bene. Quel che arriva arriva. Però, non abbiamo certo il diritto di esercitare uno sport nazionale diffusissimo: la lamentela. Questo stile di vita, se applicato fino in fondo e in maniera coerente, può comunque produrre dei risultati positivi, ma implica un approccio “contemplativo” reale, un pò lontano dal nostro stile di vita e dalla nostra cultura, ma che rispettiamo. Ma implica una pressoché totale cancellazione della volontà e del Sè.

A noi però piace la scienza e ci allineiamo a quanto diceva Ilya Prigogine: “il futuro non è determinato”

E veniamo al secondo caso, dove le cose si complicano leggermente. La nostra vita è, molto più comunemente, autodiretta, ma spesso in maniera parzialmente o totalmente non consapevole.

E’ autodiretta sovente da automatismi, credenze, convinzioni su noi stessi, valori. Che abbiamo sviluppato, maturato, che ci sono in parte stati trasmessi dalla storia di provenienza e abbiamo sviluppato con l’esperienza. Quando ciò accade senza che ce ne rendiamo conto, siamo come un esploratore nel deserto, che vorrebbe tornare alla base, all’oasi, a casa, ma non ha bussola nè sestante nè nessun altro strumento per “orientarsi” e dirigersi verso il luogo o la situazione desiderata. Semplicemente perché non ha gli strumenti per “fare il punto” e capire dove si trova, da dove parte, con cosa e con chi. Quindi vagherà nel deserto, senza arrivare all’oasi.

Il nostro lavoro, lavoro da coach, inizialmente, consiste proprio in questo. Con il coaching accompagniamo il cliente, la persona o l’azienda, a sollevare il “velo di Iside” sotto il quale si nasconde, nella multiforme espressione della realtà, lo spirito creativo che permea tutti, essendo “marchiato” a fuoco nei nostri cromosomi umani.

Un approccio maieutico, che sovente, inizialmente, è volto più a “togliere”, che a “mettere” a sottrarre, anziché aggiungere.

Non si tratta di semplificazione tout court, giacché solo le cose complicate si possono semplificare (senza distruggerle). Il gomitolo di lana è complicato. Basta tirare un capo e si srotola.

La realtà, le persone, le organizzazioni, sono organismi complessi. Semplicemente semplificando, mi si passi, ovvero “tirando un capo del filo”, rischiamo grossolanamente la distruzione della trama del tessuto in cui ci muoviamo.

Per questo motivo non crediamo nelle soluzioni preconfezionate e la storia della formazione in Italia lo dimostra.

Nel nostro approccio, nel coaching, la soluzione “emerge” sempre e solo dal cliente. Il solo che conosce la sua realtà e che nessuno meglio di lui potrà mai conoscere.
AS

https://it.wikipedia.org/wiki/Ontogenesi

https://it.wikipedia.org/wiki/Filogenesi