La fondamenta del coaching umanistico è la ricerca della felicità. Raggiungere una condizione di generale e durevole felicità personale è sicuramente un obiettivo che riguarda ognuno di noi. Molti coach con esperienza, tuttavia, si sono accorti che essa è raramente un obiettivo esplicito al quale i clienti si riferiscono.

Nessuno approfitta della lezione gratuita di coaching per incrementare la propria felicità. Forse perché l’idea implicita che il cliente ha della felicità è che essa sia una sorta di sottolineatura di altri obiettivi che il cliente vede e sente di raggiungere durante la sessione. Oppure è perché la felicità viene percepita insignificante, frutto di una felice coincidenza emotiva. Malgrado il fatto che i clienti non bussino alla porta del coach per ricercare esplicitamente la felicità, le ricerche dimostrano come essa sia di vitale importanza per la salute fisica e mentale.

La felicità è una delle più grandi risorse che i clienti sottovalutano. Essa è, infatti, strettamente legata alle nostre emozioni positive. Molti di noi pensano che la felicità risieda nel guadagnare di più, nel vincere una lotteria, nel circondarsi di maggior comfort, o nell’aver un pizzico di fortuna in più, oppure pensano di ottenerla come risultato del loro lavoro.
In questa ultima modalità di pensiero la felicità appare come il risultato di un impegno, dello sforzo. Ricerche specifiche sulla felicità dimostrano però una realtà molto diversa. Ad esempio gli studi dimostrano che la felicità è benefica in sé stessa e per sé stessa, e agisce come risorsa psicologica che serve a voler raggiungere altri obiettivi.
Ad es. le persone felici tendono ad essere più creative, più generose, caritatevoli e altruistiche e in maggior salute. Vivono più a lungo, si sposano e divorziano meno, hanno più amicizie, fanno amicizia facilmente, sono più produttive. Guardandola attraverso questo significato, la felicità può essere considerata un importante traguardo, piuttosto che un unico obiettivo.

Il messaggio che il Coach deve far passare al cliente, è che incoraggiando l’incremento del proprio livello di felicità, egli apre la porta a una vasta gamma di risorse emotive che gli servono a percorrere la strada dei suoi desideri.
Ma come possono essere incoraggiati ad essere più felici?
Ovviamente non c’è una formula magica, ma ci sono molte domande interessanti su cui riflettere:
Come viene raggiunta da ognuno di noi?
Dipende da cose materiali come il denaro o cambiare casa o automobile?
Dipende da una ginnastica psicologica che ci allena a vedere il bicchiere mezzo pieno? oppure nel non dare troppa importanza a fallimenti e cadute?

Un modo promettente per facilitare la fioritura emotiva nei clienti è lavorare con loro per definire delle aspettative realistiche riguardo alla loro felicità.

La felicità non è un buco nel mare, e neppure una coppa straripante.
C’è infatti un livello ottimale di felicità che è mediamente piacevole, piuttosto che estatico o euforico.Un esperto leader nella scienza del well being soggettivo, Ed Diener, suggerisce di educare le persone a non aspettarsi che la felicità sia intensa e permanente.

I clienti che accettano la realtà del giorno per giorno come piacevole e soddisfacente, anziché inseguire la chimera di una elevata felicità emozionale – cosa che accompagna raramente alcuni eventi della vita, come ad es. le promozioni nel lavoro, il matrimonio, stanno sicuramente inquadrando bene la loro esistenza e il loro successo emozionale.

La ricerca suggerisce che le persone che hanno una visione media della soddisfazione, che si accontentano del loro successo senza euforie, piuttosto che soffrire per non aver raggiunto una piena e alta soddisfazione, sono tipicamente più motivate, ottimistiche e positive riguardo al futuro. Il loro “piccolo” successo ottenuto, forma un area dalla quale procedono positivamente verso altri obiettivi realistici.
Aiutare i clienti a concentrarsi su sfide esistenziali come sviluppare le loro potenzialità relazionali, l’auto accettazione, può essere una fruttuosa maniera di incamminarsi nella strada che porta alla felicità. Le ricerche sulla felicità svolte dalla Psicologia Positiva contribuiscono alla nostra umana e innata comprensione del valore di questa importante emozione producendo molte definizioni utili.
Queste ricerche rappresentano una sorta di sfida esistenziale anche perché hanno attraversato testi religiosi, filosofie, psicologie e persino di costituzioni di stati.

E’ In questo modo che esse aggiungono oggi nuova comprensione. Comprensione che si estende oltre il buon senso comune, i miti, e le vecchie teorie.
Dal risultato degli studi si punta adesso allo sviluppo di strategie per raggiungere e mantenere la felicità che includono lo studio delle circostanze, delle attitudini personali, delle valutazioni soggettive, e del capitale sociale insito nelle relazioni personali.

Le ricerche mostrano l’esistenza di 2 le variabili cruciali – cioè di vitale importanza per il raggiungimento e il mantenimento del benessere soggettivo:

esse sono il tipo d’obiettivi che perseguiamo, e la qualità delle relazioni che costruiamo.