Tratto dall\’intervista di Ramona Premoto per VIEWPOINTITALY.COM del 01/03/2015

La dott.ssa Sara Bodio: “Non siamo guru, ma professionisti. Bando ai sensi di onnipotenza, solo attraverso l’ascolto dell’altro si fanno grandi cose”
Non riuscirà a battere mai il tormentone di ‘Cinquanta sfumature di grigio” ma, ‘Le leggi del desiderio’ di Silvio Muccino sta lentamente guadagnandosi un dignitoso posto nella classifica dei film più visti dagli italiani. Protagonista della storia Giovanni Canton, un life coach che promette di cambiare totalmente la vita a tre personaggi diciamo un po’ ‘sfigati’. E allora giù con riflettori, palcoscenico e tante, forse troppe, buone parole. Parole che scuotono, che motivano, a volte ruvide, che fanno male ma che tirano fuori il meglio dalle persone. O almeno dovrebbero. Sì perchè è proprio dalle frasi dette agli altri e a noi stessi che si costruisce o si distrugge il cambiamento, parola di Canton: “Non dire mai ‘Io sarei’, afferma: Io sono, io sono, io sono, io sono…”.
Ma chi sono i motivatori? E’ corretto chiamarli così? E soprattutto i life coach sono Giovanni Canton? Abbiamo tentato di fare chiarezza grazie all’aiuto della Dott.ssa Sara Bobio, Life & Teen Coach e vice responsabile del Coaching Club Umbria AICP.
Chi è un life coach?
“Il primo manuale che ho dovuto studiare per diventare coach professionista inizia con la domanda ‘come si diventa un buon coach?’. Una frase che sin da subito mi ha invitata a riflettere su tre concetti cardine: la concezione filosofica dell’essere umano, la metodologia che avrei imparato ed utilizzato, il mio costante sviluppo personale. Il coaching umanistico, metodo che utilizzo io (fondato dallo psicologo e coach dottor Luca Stanchieri con la Scuola di Life & Corporate Coaching) ha radici filosofiche e scientifiche. Riprende l’umanesimo filosofico di Focault e Hadot e la psicologia umanistica di Maslow e Frankl. Tutte teorie che sostengono che ogni persona ha potenzialità straordinarie espresse, represse e sopite e che, se allenate, possono diventare poteri, competenze in grado di cambiare la propria realtà interiore, la propria relazione con il contesto e persino il contesto stesso in cui si trova”.
Chi cerca un coach e perchè?
“Raramente un cliente ti cerca per raggiungere un obiettivo, per realizzare un desiderio. La domanda di coaching nasce in genere da una crisi di autogoverno, da una esigenza di autorealizzazione, da una mancanza di autonomia: ecco perché nel mio lavoro mi sento molto lontana dallo slogan più famoso ‘Se vuoi, puoi’. Io lavoro su quel ‘vuoi\’: io ascolto e in un percorso ogni volta nuovo, diverso, straordinario, cerco e individuo le potenzialità della persona che ho di fronte. Stimolo con domande, esercizi, riflessioni sul concetto di felicità, di potenzialità, di talento e vocazione. E così porto le persone ad immaginare un futuro”
Quindi niente riflettori e parole da guru? Allora mi può spiegare in sintesi perchè un life coach non è Giovanni Canton?
“Perchè mi hanno educato all’importanza dell’accoglienza. L’accoglienza mediterranea per cui tu con me devi sentirti a tuo agio: Canton nel film viene descritto invece proprio come un guru intriso dal senso di onnipotenza e di superiorità. Il primo incontro con Matilde Silvestri già dice tutto. Perchè il mio lavoro è ascolto. Ascolto attivo, domanda maieutica, senza pregiudizio, senza pre-etichette, senza giocare all’indovino. Un buon coach allena la sua apertura mentale e si mostra disponibile all’ascolto con un approccio maieutico, metodo socratico dialettico di indagine filosofica basato sul dialogo. A me come professionista non appartiene l’arte della persuasione. Io non mi pongo né come esperto del tuo problema, né come consulente di vita. Io lavoro con te alla scoperta delle tue potenzialità in un percorso etico di miglioramento continuo, anche mio. Perchè con un Coach c’è alleanza. Perchè io non mi pongo al di sopra di te e perchè io sono come te. Perchè la difficoltà non è realizzare il tuo desiderio, ma identificarlo. Definirlo, come qualcosa che, allenando la parte migliore di te, ti conduca al raggiungimento del tuo progetto di vita. Progetto che ti rende felice esprimendo tutto il tuo talento umanista, quello per cui tu rendi felice anche chi ti circonda. E infine perchè un Coach, caro Canton, tende perennemente all’etica, al bene e a migliorare se stesso”.