Come cogliere gli orientamenti attuali dell’AICP?  Come far emergere in modo oggettivo le parole-chiave dell’associazione che possano guidare un piano di azione concreto?
Ecco un gioco che ci aiuta a farlo!

Mentre nella canicola di luglio vagavo sul sito dell’AICP, leggendo i documenti e i verbali per orientarmi all’interno della mia nuova comunità, mi sono chiesta come cogliere l’essenziale, evitando una lettura certosina di documenti che per loro intrinseca natura e funzione proprio appassionanti non sono.

Per risolvere questo piccolo dilemma, mi sono industriata a trasformare il compito in gioco, inventandomi un esercizio coaching-oriented finalizzato a far emergere la “mappa mentale” dell’AICP, cioè una rappresentazione condivisa degli orientamenti dell’associazione e dei suoi focus. Ve lo ripropongo come divertissment di fine estate.

Se sia di qualche utilità per il rilancio autunnale dell’attività dell’AICP non lo so, me lo dirà in tutta onestà chi avrà l’occasione di leggere questo articolo.

Intanto vi spiego passo passo cosa ho fatto e cosa ne è venuto fuori.

Sono andata nella sezione “Atti di congressi e convegni” del sito istituzionale AICP, partendo dal presupposto che mi potesse più delle altre rivelare gli orientamenti dei soci a livello nazionale, e quindi in quale direzione l’AICP stia andando.

Una prima lettura dei documenti mi ha rivelato una centratura su questioni di tipo burocratico-formale, alcune sostanziali, come: “dopo quante ore di formazione una persona può fregiarsi del titolo di coach?”…
Ero già partita col piede sbagliato.

La verità è che stavo formulando una prima interpretazione a partire da pochi elementi e non era corretto, sia come coach, sia soprattutto come neofita, digiuna della storia e delle dinamiche dell’associazione, e quindi estremamente propensa a prendere cantonate. Come uscire dalla trappola della soggettività? Come trattare i testi come coachee, facendo emergere le loro parole-chiave?

La soluzione è spesso più semplice di come la immaginiamo, soprattutto nell’era del punto zero (2.0, 3.0…a che numero siamo arrivati?): ho scelto un paio di testi ufficiali AICP, li ho copiati così come li ho trovati, li ho incollati dentro l’apposito spazio di wordle et voilà…ecco due belle rappresentazioni automatiche dei principali concetti dibattuti!

Per chi non lo conoscesse, wordle è un “giocattolo” on line che trasforma i testi in nuvole di parole. Le parole più grandi e centrali sono quelle più ricorrenti. Avrete senz’altro avuto modo di vedere questi reticoli colorati su giornali e manifesti anche a scopo pubblicitario.

Ecco allora i risultati di questo copia-incolla integrale dei due verbali più recenti e significativi prodotti dall’AICP nell’ultimo anno solare, a ottobre 2015 e a febbraio 2016:
Verbale del Congresso del 25 ottobre 2015 a Roma

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Venerdì 12 febbraio 2016: Primo Induction Day, primo intervento formativo nazionale del 2016

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Mi fermo a queste due rappresentazioni perché il gioco è bello quando dura poco; perché ci sarebbero altri documenti da esaminare, ma sono poco utilizzabili, in quanto riportano video più che parole; e infine perché, pur nella loro differenza, legata alla diversa impostazione e finalità degli eventi, le mappe generate ci forniscono già importanti informazioni sulle direttrici dell’AICP. Vediamo insieme quali sono.

Esclusi i termini ricorrenti ma scarsamente significativi, emergono 2 parole-sentinella, che ho evidenziato con un ovale blu e che sono: “riconoscimento” nel primo blocco e “condivisione” nel secondo. Intorno a ciascuna di esse fiorisce un campo semantico molto interessante.

A “condivisione” si associano termini che rimandano alla crescita personale e che ho incorniciato in rettangoli rossi. Da sinistra a destra saltano all’occhio le parole: “stimolante, competenze, attivare, condividere, strategie, valore, formazione, vision, arricchimento, coinvolgente, scambio, reciproco, engagement”. Invece, nella prima nuvola, intorno al termine “riconoscimento”, si sviluppa un reticolo di termini burocratici.

Il primo campo semantico esaminato induce a collegare i termini in un insieme dotato di senso, che favorisce l’approfondimento del termine “condivisione” e l’immaginazione di percorsi virtuosi che conducano operativamente ad essa. Il secondo campo semantico appare invece piuttosto autoreferenziale e asciutto; si fa fatica a individuare, dietro il nome “riconoscimento”, strade concrete per perseguirlo. E, di fatto, non può che essere così, perché la partita del riconoscimento delle competenze si gioca su un altro tavolo, che è quello dell’UNI.

La prima mappa appare, insomma, generativa di associazioni e connessioni, la seconda rappresentativa di concetti statici. La sterilità del campo semantico che ruota intorno al termine “riconoscimento” sembra suggerirci che il focus non riporta a un obiettivo ben formato, perché il “riconoscimento” sfugge al controllo del gruppo che lo sta trattando. Più vitale promette di essere il dibattito sul tema della condivisione e sui suoi correlati, soprattutto in previsione del rilancio autunnale dell’attività dei coaching club e delle comunità di pratica.

Lasciato dunque da parte il tema del “riconoscimento”, provo ad approfondire quello della “condivisione”, formulando delle domande che seguano la logica classica del GROW (Goal, Reality, Options, Will) e utilizzino alcuni termini-chiave (in corsivo) elencati:

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Immagino che potrebbero essere proprio queste alcune delle questioni discusse nei prossimi eventi autunnali AICP di Bologna e di Venezia. Cominciare a ragionarci per elaborare insieme un piano di azione concreto a breve termine potrebbe essere stimolante.
E infine, quali saranno le nostre prossime mappe?
Proviamo a ripetere il gioco?