Occasioni educative, seppur tristi, ecco cosa devono diventare queste situazioni all’interno delle famiglie.
Non parliamo certo dello studio della geologia né tantomeno d’ingegneria civile o di basilari nel settore edilizio. Parlo di educazione civica, di amore e di umanità.
I punti di raccolta allestiti dopo sole ventiquattro ore dal tragico sisma del Centro Italia si sono riempiti già nelle prime ore di questo pomeriggio e questo non può che confermare la SENSIBILITÀ e l’ALTRUISMO delle PERSONE italiane. Queste sono le risorse di cui dobbiamo essere orgogliosi, queste sono LE AZIONI che dobbiamo enfatizzare affinché fungano da esempi positivi.
I nostri gesti, le nostre scelte, i nostri pensieri diventano occasioni per insegnare ai più piccoli, agli adolescenti, ai giovani adulti che ci vivono e ci osservano.
Ho letto in rete linee guida lasciate da psicologi competenti per aiutare i genitori a gestire le continue informazioni di questi tragici avvenimenti e come sempre.. Le occasioni per fare polemica non sono mai abbastanza! (https://www.umbria24.it/non-lasciate-i-bambini-davanti-alla-televisione-lo-psicologo-come-spiegare-il-terremoto-ai-figli/411492.html).
Non è questione di ipocrisia, non si consiglia di tenere i nostri figli lontani dalla realtà: dobbiamo ricordare che gli stimoli cui sono sottoposti i bambini oggi, sono infiniti, e il nostro compito di adulti è agevolarli ad un utilizzo consapevole dei mezzi di comunicazione garantendo la presenza attiva accanto a loro.
Dipende dall’età, dalle capacità cognitive del bambino, dipende dal nostro modo di vivere questi accadimenti, dalla nostra gestione delle emozioni, dipende dai valori che vogliamo trasmettere, dipende da come noi, per primi, vogliamo porci di fronte a tutto questo.
In questi due giorni ognuno di noi ha scelto un proprio atteggiamento.
Qualcuno si è attivato per tutti. Qualcuno ha solo commentato. Qualcuno ha pregato. Qualcuno ha colto l’occasione per criticare il governo. Qualcuno per rivendicare il Pocket Money dei migranti. Qualcuno ha solo condannato.
Ma ..Molti hanno FATTO. Hanno DATO. Hanno DONATO.
E questo è il potenziale che abbiamo a disposizione per migliorare il nostro quotidiano e il futuro dei nostri figli.
È facile sentir dire che ai giovani d’oggi manchi la vecchia educazione civica, che manchino i valori di una volta. Molti insegnanti educano proprio partendo dal vissuto quotidiano, dalle notizie del mondo, da quanto vola e viaggia su internet: si parte da questo e si insegna a raccogliere le numerose informazioni, a vagliare le numerose fonti, a crearsi un’opinione per poi SCEGLIERE COME REAGIRE, AGIRE e INTERAGIRE.
Noi abbiamo fatto delle cose bellissime in meno di 48 ore e abbiamo avuto la possibilità di coinvolgere i nostri figli.
Lo abbiamo fatto?
I bambini, gli adolescenti, ma anche gli adulti che hanno pensato che tanto… Ci pensa mamma, e il pacco per il punto di raccolta lo porta lei…
Io oggi mi sono trovata con la mia nipotina di quasi quattro anni a parlare di bambini rimasti senza casa. Lei ha appreso del terremoto dai suoi genitori: ha visto qualche immagine ma la tranquillità con cui le è stato spiegato cosa fosse un terremoto e cosa avesse scaturito le ha permesso di accogliere questa informazione in modo non traumatico. È stato importante che anche io, come mamma e papà, le ricordassi di avere una casa sicura. Quello che ho voluto trasmetterle è stato il mio desiderio e il mio entusiasmo nel fare qualche cosa di concreto per aiutare chi avesse perso la propria casa. Non le ho parlato di morti. Abbiamo parlato di bambini e di famiglie rimaste senza casa, di famiglie a cui avremmo potuto regalare e donare qualsiasi cosa perché rimasti davvero senza nulla. Questa è diventata un’occasione per stare insieme e fare qualche cosa di bello, che ci facesse stare bene, che ci facesse sorridere.
Ho trasformato in gioco educativo l’andare a fare shopping, e per la prima volta, in un negozio, chiedendo a lei di scegliere in una gamma di articoli per bambini scontati quelli del colore che preferisse, Anna non mi ha chiesto di comprarle nulla. Ha scelto delle mutandine colorate, ha scelto un pigiamino, mi ha permesso di comprare in base al costo e non esclusivamente in base al suo gusto personale. Abbiamo pagato ed è salita in auto con la sua busta per i bambini senza casa molto soddisfatta.
Siamo poi andate al punto di raccolta e lungo il tragitto le ho raccontato il contenuto dei miei scatoloni motivandole le mie scelte. All’arrivo ha consegnato in prima persona quella busta ad una ragazza molto sorridente ed insieme ci siamo fermate a guardare i volontari, destreggiarsi tra gli innumerevoli scatoloni: ha notato prima di me giocattoli, passeggini, pacchi di merendine, tricicli e biciclette. Ci siamo fermate a guardare cosa fosse già stato caricato sul primo camion e sorridendo e ringraziando abbiamo chiesto quando sarebbe effettivamente stato consegnato il nostro dono ai bambini.
Tornate a casa, questa oretta passata insieme, è diventato l’argomento con cui essere protagonista durante il pranzo: Anna ha raccontato ogni dettaglio, specificando cosa avesse scelto, per chi e dove lo avesse portato. L’entusiasmo e la ricchezza di stimoli di questo tempo passato insieme, le ha poi permesso di condurre i genitori durante il pomeriggio nel replicare il gesto da lei già fatto.
Nella mia professione ho conosciuto dei genitori molto attenti nel cogliere queste occasioni e sono certa che avranno adottato strategie educative per coinvolgere i propri figli in modo creativo.
Qualcuno con più figli in casa, avrebbe potuto attivare una sorta di sana competizione figli contro genitori, chiedendo, a fronte di un budget definito, di acquistare più oggetti in modo intelligente.
Qualcuno avrebbe potuto cogliere l’occasione per condividere del tempo, riordinando camerette affollate in una sorta di team-famiglia, per far donare giocattoli.
Qualcuno avrebbe potuto responsabilizzare il giovane adulto che ha in casa chiedendo di contribuire con una quota di risparmi, valutando insieme una spesa cumulativa ragionata.
Qualcuno avrebbe potuto attivare una raccolta in famiglia affinché ognuno partecipasse donando un proprio oggetto.
L’organizzazione, la consegna, e la narrazione di tutto questo diventa un tempo condiviso e ben speso. Resta come esperienza educativa importante, tramuta le emozioni forti in reazioni importanti e nel tempo genera positivi ricordi.
Sara
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