Sei un Business o Life coach alla ricerca di nuovi stimoli?

Sei convinto anche tu di poter lavorare costantemente sulla tua centratura personale per essere un coach sempre migliore?

La RUBRICA DI CONSAPEVOLEZZA DEL COACH intende fornire tecniche di respirazione consapevole, meditazioni e altri strumenti, utili sia per la centratura del business-life coach sia per il coachee che può sperimentarle grazie a noi se decideremo di usarle.

Oggi proponiamo una storiella zen che possiamo usare per fare esempi inerenti le differenti percezioni soggettive difronte alla realtà oggettiva.

Come ci insegna Byron Katie la realtà è molto più gentile dell’illusione ma si sa, ognuno può cadere nel tranello delle proprie convinzioni personali e soggettive. Il coach supporta e interviene con eleganza per “allargare la mappa” del coachee con vari strumenti, questa storiella può essere un supporto metaforico da raccontare in tali occasioni.

“Un giorno un re riunì alcuni ciechi e propose loro di toccare un elefante per constatare come fosse fatto.
Alcuni afferrarono la proboscide e dissero: “Abbiamo capito: l’elefante è simile a un timone ricurvo”.
Altri tastarono gli orecchi e dichiararono: “È simile a un grosso ventaglio”.
Quelli che avevano toccato una zanna dissero: “Assomiglia a un pestello”.
Quelli che avevano accarezzato la testa dissero: “Assomiglia a un monticello”.
Quelli che avevano tastato il fianco dichiararono: “È simile a un muro”.
Quelli che avevano toccato una gamba dissero: “È simile a un albero”.
Quelli che avevano preso la coda dissero: “Assomiglia a una corda”.
Ognuno era convinto della propria opinione. E, a poco a poco, la loro discussione divenne una rissa.
Il re si mise a ridere e commentò: “Questi ciechi discutono e altercano. Il corpo dell’elefante è naturalmente unico, e sono solo le differenti percezioni che hanno provocato le loro diverse valutazioni e i loro errori”.