Dal Coaching Club delle Marche al Sole24Ore – Prendendo spunto dall’evento “Crescere Talenti” organizzato dal Coaching Club delle Marche è stato pubblicato un interessante articolo sul coaching in azienda dal Sole24Ore (30-03-11, ed. Centro-Nord).

Sempre più aziende lo ri­chiedono, come supporto esterno o coltivando questa fi­gura professionale direttamen­te all’interno del proprio perso­nale. Si tratta del coach, colui che con un processo di partner­ship e attraverso una modalità creativa e riflessiva, aiuta il cliente a massimizzare il suo potenziale professionale e/o personale. Loro ci tengono a precisarlo: non sono formato­ri, né consulenti, né psicologi. Non sono esperti tecnici per­ché l’esperto, nel processo di coaching, è il cliente. Il coach lo aiuta, per dirla con parole semplici, a trovare la strada mi­gliore per realizzare un proget­to che può essere aziendale o personale-individuale.

Così c’è chi lavora con gran­di e piccole imprese per fare in modo che aumentino i profitti. Per fare questo lavoro ipoteticamente basterebbe scrivere “coach” sul proprio biglietto da visita, perché per legge non serve un’abilitazione, né occorre essere iscritti in qualche al­bo professionale. Proprio per questo, però, esistono delle as­sociazioni, due in particolare in Italia, che vogliono essere un punto di riferimento per quanti desiderano intrapren­dere questo mestiere o essere semplicemente informati o se­guiti da un coach. Si tratta del­la AICP, Associazione italiana coach professionisti che ha una sede territoriale (chiama­ta coaching club) sia nelle Mar­che, 5 iscritti, sia in Emilia-Ro­magna, 8 iscritti, e della Icf, In­ternational Coach Federation, che ha sedi anche in Italia.

«La nostra associazione – spiega Daniele Bevilacqua, presidente Icf Italia – è la più grande al mondo con 18 mila membri, di cui 400 soci in que­sto Paese. Noi sappiamo quan­ti sono i nostri iscritti, ma non è facile calcolare quanti coach professionisti ci siano in tut­to in Italia perché non esistono registri. Secondo dati prelimi­nari che stanno emergendo dalla prima indagine italiana Icf sul coaching professionale potrebbero essere circa mille, di cui un centinaio nel Centro-Nord».

Il coaching è sempre più ri­chiesto, ma al momento è più diffuso nelle grandi aziende. «Si sta espandendo nel nostro paese ormai da circa 10 anni – spiega Franco Rossi, coordina­tore gruppo AICP Marche – par­tendo dalle grandi multinazio­nali ed arrivando oggi anche ad interessare le Pmi e i diversi ambiti della nostra società: co­aching sportivo, familiare, or­ganizzativo, coaching ad ado­lescenti, per studenti». Le asso­ciazioni e le scuole riconosciu­te dalle associazioni cercano di mettere un po’ d’ordine in questa vasta materia. Nel Cen­tro-Nord esistono due scuole riconosciute dall’AICP. Una di queste fa corsi ad Ancona e a Bologna, sedi che contano al momento circa 10 studenti ciascuna. «I corsi – spiega Bevilac­qua – si basano su studio teori­co e pratico, in media dalle 80 alle 200 ore a seconda del livel­lo che si vuole raggiungere. Per ottenere la credenziale ICF servono poi dalle 100 alle 2.500 ore di coaching eroga­to». Per questa formazione si spendono dai 2 ai 7 mila euro, spiega Franco Rossi, e i corsi durano dai 3 ai 5 mesi. In media ogni sede di una scuola ricono­sciuta da AICP non fa più di due corsi all’anno, sfornando com­plessivamente circa 20-30 nuo­vi coach. Per quel che riguarda i costi, a seconda del caso da affrontare, si possono chiedere da 200 a mille euro all’ora per il proprio lavoro. «Non esisto­no tariffari precisi – spiega Bevilacqua – perché il compenso lo stabilisce il mercato. Il per­corso in media, dura in tutto tra i 4 e gli 8 mesi con cadenza che può essere quindicinale o mensile e sessioni di una-due ore ogni volta». Molti coach nella vita fanno anche altri me­stieri, ma molti di loro svolgo­no prevalentemente questo la­voro o comunque sono impie­gati nelle risorse umane e nel­le formazione del personale, anche se le due cose non van­no confuse.

A cura di Silvia Saccomanno