Siamo al capolinea del nostro appuntamento stagionale delle SOSTE E PASSAGGI

Ci troviamo in una linea di CONFINE.
L’ anno volge al termine, pochi giorni mancano alla sua chiusura per traghettarci in un nuovo tempo.
È proprio al confine che vogliamo dedicare l’ultima sosta, quella della notte più lunga, prima di passare oltre.
Il confine è stato il tema che ha ispirato l’attività di quest’anno di Aicp.
Abbiamo accolto la suggestione di spezzare la parola chiave CONFINE trasformandola in: CON – FINE. È una parola che contiene opposti, contraddizioni e fa emergere situazioni nuove.
“Il prefisso CON arricchisce fino a stravolgere il LIMITE, il TERMINE che contiene”.
Il confine delimita ed apre, porta con sé l’idea dell’omogeneità e della differenza, del passaggio da dentro a fuori, tra noto e ignoto.
Il confine è uno spazio che impone delle riflessioni, domande, considerazioni, scelte, azioni che trasformano
Essere su un confine è come trovarsi su una soglia e Seneca affermava «Chiunque nel proprio percorso incontri una soglia, non può rimanervi indifferente poiché la sua presenza impone il dovere di una decisione. Si può scegliere di «restare sulla soglia», «salutare dalla soglia», oppure si può scegliere di varcarla per fare esperienza viva del mistero che si spalanca al di là di essa.
(Seneca , Epistole a Lucillo, 49.6)

SOGLIA
SOGLIA
CONFINI
CONFINI

In questo appuntamento di Soste e passaggi,

nella lunga notte del solstizio d’inverno Giuseppe Zollo ci dona il suo pensiero sul confine
“Il confine non è una linea di separazione, ma il luogo della contaminazione, del mescolamento, dell’apprendimento verso il quale tutti noi, spesso senza esserne consapevoli, siamo spinti perché solo lì, sul confine, siamo in grado di rinnovare l’ordine esistente mediante le sorprese del disordine”.

Insieme, Giuseppe Zollo e Luca Violini

ci accompagneranno alla scoperta de “La linea d’ombra” con Joseph Conrad, dove trasformazione ed apprendimento sono nel percorso di crescita di ogni uomo, nel passaggio da un confine all’altro.

Il nostro viaggio proseguirà nel “Trans Europa Express” con Paolo Rumiz, nell’esplorazione di confini spaziali, politici e religiosi. “Nelle terre di confine le culture e le abitudini si mescolano dando vita a qualcosa di inedito. È il luogo dove il nuovo si fa strada.” Afferma ancora Zollo.
E noi, come Coach non possiamo che confermare queste parole, perché, in ogni percorso di Coaching, mescolando vita ed inedito, il cambiamento si fa strada.

DIALOGHI
DIALOGHI
PASSAGGI
PASSAGGI

Concluderemo esplorando confini temporali e metaforici,

in compagnia delle Operette morali di Giacomo Leopardi: il “Dialogo di Cristoforo Colombo e di Pietro Gutierrez” in cui emergono dubbi e riflessioni dopo le certezze dell’iniziare un percorso che porta oltre i confini conosciuti.

La terra di confine è per il coaching una metafora forte.
Si apre una zona di confine quando Coach e Coachee entrano in contatto.
Il Coach accompagna il Coachee in una terra nuova, in una dimensione nuova, in un nuovo tempo.
Il Coachee elabora ed esplora vie nuove, percorsi alternativi verso una meta individuata.

Lasciamoci trasportare oltre questi confini, in un ascolto carico di empatia e stimoli, un ascolto attivo che permetta di allenare le capacità di ognuno ad uscire dalla propria dimensione ristretta per lasciare spazio alla curiosità ed alla creazione del nuovo.

Sipario

DIALOGHI D’INVERNO PARTE 2

DIALOGO DI CRISTOFORO COLOMBO E DI PIETRO GUTIERREZ

Operette morali, Giacomo Leopardi (Legge Luca Violini)

DIALOGHI D’INVERNO PARTE 1

GIUSEPPE ZOLLO

Per te che sei amante delle parole, qui trovi i testi del racconto.

DIALOGHI D’INVERNO
GIUSEPPE ZOLLO
Tra le idee più intriganti del pensiero complesso vi è quella che la vita si svolge al confine tra ordine e disordine. Un luogo chiamato edge-of-chaos.
Ho impiegato un po’ di tempo a trovare una immagine per dare forma a questo luogo.

La prima immagine mi è stata suggerita dal romanzo di Joseph Conrad, La linea d’ombra: un giovane ufficiale della marina mercantile si vede assegnare il comando di una nave.
Il giovane accetta l’incarico con l’esuberante ottimismo della gioventù. Afferma:

Non sapevo cosa mi attendesse. Forse non mi aspettavo altro che quella speciale intensità di vita che rappresenta la quintessenza delle aspirazioni dei giovani.

Riflettendo sulla propria esperienza, il protagonista ripensa che quando si è giovani:

…ci si addentra in un giardino incantato. Persino le ombre vi risplendono promettenti. Ogni svolta del sentiero è piena di seduzioni. … Si procede eccitati, divertiti, riconoscendo le orme di coloro che ci hanno preceduto, intrecciando la buona e la cattiva sorte–… Sì, si procede.
Ed anche il tempo procede finché non si scorge dinanzi a noi una linea d’ombra che ci avverte che anche la regione della prima giovinezza deve essere lasciata alle spalle.

La prova a cui è sottoposto è durissima: ventuno lunghi giorni, alle prese con l’immobilità della bonaccia e una tragica febbre equatoriale. Il giovane è costretto ad attraversare l’invisibile linea d’ombra che separa i sogni della gioventù dall’essere responsabile del destino di altri uomini.
La linea d’ombra è il luogo della trasformazione e dell’apprendimento.

La seconda immagine di confine l’ho ricavata dal libro di Paolo Rumiz del 2015, Trans Europa Express. Il resoconto di un viaggio che taglia verticalmente l’Europa, dal Mare di Barents al Mar Nero. Un viaggio per antiche regioni frontaliere. Luoghi che segnavano i confini degli imperi russo, tedesco, austro-ungarico e turco.

Sentite che nomi. “Botnia”, dove il fondo del Baltico muore nella tundra. “Carelia”, un labirinto di fiumi tra Russia e Finlandia. “Livonia”, coperta di laghi e abeti. Ascoltate come suona bene la parola “Curlandia”, terra di lagune e dune di sabbia battute dal vento. Cercate sull’atlante la Prussia Orientale, la Latgallia e la Masuria, vengono i brividi solo a nominarle. E che mi dite della Polesia, … O delle sterminate colline della Volinia? E ancora la Rutenia, la Podolia, la Bucovina… la Bessarabia, la Dobrugia e la Tracia.

Rumiz annota che “Sulla frontiera la gente mi spiazzava sempre”. Lontano dai centri di potere, lungo quella indefinita terra di confine, si sviluppa una cultura, una società, una economia con una propria specificità. Nelle terre di confine le culture e le abitudini si mescolano dando vita a qualcosa di inedito. È il luogo dove il nuovo si fa strada.

Insomma, la linea d’ombra di Conrad e le regioni frontaliere di Rumiz ci suggeriscono che il confine non è una linea di separazione, ma il luogo della contaminazione, del mescolamento, dell’apprendimento, e che noi tutti, spesso senza esserne consapevoli, siamo spinti sempre sulla terra di confine perché solo lì, sul confine, siamo in grado rinnovare l’ordine esistente mediante le sorprese del disordine.

DIALOGO DI CRISTOFORO COLOMBO E DI PIETRO GUTIERREZ
Operette morali, Giacomo Leopardi (Legge Luca Violini)

Colombo

Bella notte, amico.

Gutierrez

Bella in verità: e credo che a vederla da terra, sarebbe più bella

Colombo

…………anche tu sei stanco del navigare.

Gutierrez

Non del navigare …………… ma questa navigazione mi riesce più lunga che io non aveva creduto. Con tutta sincerità, dopo tanto tempo, cominci niente a dubitare?

Colombo

Confesso che sono entrato un poco in forse: tanto più che nel viaggio parecchi segni che mi avevano dato speranza grande, mi sono riusciti vani; come questi pronostici mi hanno ingannato, con tutto che mi paressero quasi certi; così potrebbe essere che mi riuscisse anche vana la congettura principale, cioè dell’avere a trovar terra di là dall’Oceano.

………la natura si vede essere fornita di tanta potenza, e gli effetti di quella essere così vari e moltiplici, che non solamente non si può fare giudizio certo di quel che ella abbia operato ed operi in parti lontanissime e del tutto incognite al mondo nostro, ma possiamo anche dubitare che uno s’inganni di gran lunga argomentando da questo a quelle, e non sarebbe contrario alla verisimilitudine l’immaginare che le cose del mondo ignoto, o tutte o in parte, fossero maravigliose e strane a rispetto nostro.

Veggiamo che molte conclusioni cavate da ottimi discorsi, non reggono all’esperienza; e questo interviene più che mai, quando elle appartengono a cose intorno alle quali si ha pochissimo lume.

Gutierrez

………… tu, in sostanza, hai posto la tua vita, e quella de’ tuoi compagni, in sul fondamento di una semplice opinione speculativa.

Colombo

Così è: non posso negare……gli uomini tutto giorno si mettono a pericolo della vita con fondamenti più deboli di gran lunga, e per cose di piccolissimo conto……………….. Se al presente tu, ed io, e tutti i nostri compagni, non fossimo in su queste navi, in mezzo di questo mare, in questa solitudine incognita, in istato incerto e rischioso quanto si voglia; in quale altra condizione di vita ci troveremmo essere? in che saremmo occupati? in che modo passeremmo questi giorni? Forse più lietamente? o non saremmo anzi in qualche maggior travaglio o sollecitudine, ovvero pieni di noia? Che vuol dire uno stato libero da incertezza e pericolo?
Quando altro frutto non ci venga da questa navigazione, a me pare che ella ci sia profittevolissima in quanto che per un tempo essa, ci fa cara la vita, ci fa pregevoli molte cose che altrimenti non avremmo in considerazione.

La bio di

Giuseppe Zollo

Giuseppe Zollo è nato nel 1949 a Napoli. Professore Ordinario di Ingegneria Gestionale presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II. Il background accademico include Architettura e Scienza dell’Informazione. Tiene correntemente in Italia e all’estero corsi e seminari sui temi della complessità e dei comportamenti organizzativi. I suoi interessi di ricerca si concentrano su sistemi adattivi complessi, apprendimento, sensemaking e creatività nelle organizzazioni. Ha sviluppato sistemi per gestione delle competenze. I suoi interessi culturali riguardano l’arte e la storia della scienza e tecnologia. È bibliofilo e acquerellista per hobby.

La bio di

Luca Violini

E’ una delle più importanti e note voci nel panorama del doppiaggio cinematografico, documentaristico, pubblicitario, televisivo e radiofonico nazionale. In qualità di speaker è la voce de La7, e dei canali Blaze, Crime Investigation, Dove Tv, Focus, Food Network, Fox Life, History Channel, Lei, Leonardo, Marco Polo, Dmax, Mediaset, National Geographic, National Geographic Wild, Netflix, Rai 5, Sky arte, Sky uno e dell’Istituto Luce, per la realizzazione di trailers, comunicati, documentari, reality.
La sua è la voce di numerosi attori tra cui B. Payne, C. Palminteri, D. Baldwin, D. Lundgren, J. Russo, R. Silver, S. Buscemi, S. Seagal, T. Wilkinson, nonché di molti personaggi dei cartoni animati tra cui Floogals, Garfield, The Mask, Hercules, Ranma 1/2, Regular Show, Tommy e Oscar, Sam il pompiere, Scemo più Scemo, Wakfu, We Bare Bears. Creatore dello spettacolo RADIOTEATRO. Direttore di doppiaggio, docente di lettura interpretativa, speakeraggio e doppiaggio.

Progetto a cura della funzione Eventi AICP:

Stefania Silla – Responsabile Eventi AICP

Antonella Penati – Vice Responsabile Eventi AICP

Progetto editoriale a cura della squadra di lavoro “Dietro le quinte” Comunicazione AICP:

Giulio Mazzetti – Socio AICP Coaching Club Toscana

Mirjam Ognibene – Socia AICP Coaching Club Sicilia

Rita Pecchielan – Socia AICP Coaching Club Veneto

Mauro Visintainer – Responsabile Comunicazione AICP