TALENTO E AUTOSTIMA
La nostra vita è il risultato dei nostri pensieri. (Marco Aurelio)

Estratto dell’evento-conferenza AICP che si terrà a Genova, Fiera Zen-a, domenica 15 febbraio, h. 14

Per valorizzare il nostro talento e migliorare l’autostima ecco alcune domande da porsi.
Avete provato ad ascoltare veramente quello che vi dite? Che tipo di pensieri siete soliti fare? Il modo in cui sono formulati? Ciò che pensiamo e ciò che ci diciamo (dialogo interno) ha un impatto determinante sulla nostra vita. Un pensiero ripetuto più volte con il passare del tempo diventa una convinzione e le convinzioni ci guidano a mettere in atto determinati comportamenti.
Avete mai sentito parlare di profezia che si autoavvera?
Si tratta di un concetto introdotto in sociologia da Robert K. Merton nel 1948, nel suo libro “Teoria e struttura sociale”: l’idea di base è che un’opinione pur essendo falsa, per il solo fatto di essere creduta vera porta la persona a comportarsi in modo da farla avverare.
L’esempio celebre della profezia che si autoavvera fornito da Merton riguarda il caso nel quale un gruppo di risparmiatori, temendo il crollo finanziario di una banca, si reca in pochi giorni a ritirare i propri risparmi. Fino a quel momento la banca era un istituto solido, ma quando i risparmiatori, oltre che credere, agiscono come se il fallimento fosse davvero imminente e ritirano i depositi, allora essi fanno in modo che le loro aspettative diventino reali. La banca fallisce.
Le nostre convinzioni possono diventare limitanti perché creano delle certezze a cui crediamo ciecamente senza rendercene conto e che non rappresentano affatto la realtà, ma nel momento in cui le facciamo diventare azioni le rendiamo reali. Una volta che una convinzione si fa strada dentro di noi, saremo consciamente e inconsciamente portati ad agire per confermarla.
Se per esempio ti presenti ad un colloquio di lavoro con la convinzione di non essere assunto, metterai in atto tutta una serie di comportamenti inconsci che andranno a confermare quella convinzione. Probabilmente la tua postura trasmetterà insicurezza, il tono della voce sarà tremolante e basso, etc. Tutti elementi che determineranno un cattivo esito del colloquio e l’avverarsi della tua profezia.
Lo stesso meccanismo funziona anche in positivo, quando una convinzione è positiva può essere un’ottima alleata che ci spinge ad attuare azione utili per raggiungere i nostri obiettivi.
Per questo è importante cominciare a “controllare” la qualità dei nostri pensieri e del nostro dialogo interno. Per iniziare a farlo può essere utile partire con un semplice esercizio

• Ascoltate la vostra voce interna mentre pensate;
• fate attenzione a tutte le volte che nei pensieri sono presenti le seguenti parole o frasi: “Non posso”, “niente”, “non ce la farò mai”, “solo”, “ogni”, “nessuno”, “mai”;
• se intercettate una di queste parole domandatevi se quel pensiero vi fa stare bene o male;
• se vi fa stare male trasformate la frase generica in una più specifica. Per esempio: “Nessuno mi capisce” può essere trasformata in “Paolo non ha capito quello che gli ho detto poco fa”. (Le generalizzazioni sono processi mentali limitanti che ci portano a trasformare un esperienza specifica e contestualizzata in una più generica e valida in altri ambiti);
• ora a quell’affermazione collegatene subito una positiva. Ad esempio “Paolo non ha capito quello che gli ho detto poco fa. Parlerò con lui più tardi e mi assicurerò che questa volta abbia capito”.

Ogni grande cambiamento è determinato da piccoli passi: cominciare ad ascoltare quello che ci diciamo, individuare i pensieri negativi e agire per neutralizzarli è un primo fondamentale passo verso il cambiamento di convinzioni limitanti per la nostra vita, e per essere liberi di essere se stessi.