Coaching Club Lombardia – 13 maggio 2011
Venerdì 13 maggio, presso SiaSsb di Milano, Luca Stanchieri ha tenuto il seminario riguardante l’allenamento delle potenzialità rivolto ai soli coach. Abbiamo sentito parlare spesso di potenzialità nel mondo sportivo o nel mondo aziendale, più raramente il termine potenzialità viene riferito alla persona nella sua globalità, come se dovessimo dare il meglio di noi stessi solo in un ambito circoscritto e se questo fosse disconnesso con la totalità rappresentata dal nostro essere.

L’approccio sul quale Luca Stanchieri ci ha aiutato a riflettere durante il suo seminario “L’allenamento delle potenzialità”che si è tenuto a Milano il 13 maggio scorso, abbraccia invece la dimensione globale della persona, indipendentemente dal contesto in cui essa si trova.

E’ un approccio totalmente innovativo anche se fonda le sue radici su basi millenarie prendendo le mosse da Socrate e dai filosofi greci e appoggiandosi a sei virtù trasversalmente riconosciute come universali.

E ancora innovativo è l’ancoraggio a quella branca della psicologia, la psicologia positiva, che non è centrata sul disturbo, sul sintomo, sul tentativo di “psicologizzare” in senso patologico il malessere (che laddove ha dei risvolti clinici deve essere curato con gli strumenti idonei) ricercandone le cause nel passato ma che è fondata sull’obiettivo di accrescere quegli stati emotivi positivi che rendono la vita densa di significato e pienamente vissuta.
Per dirla con M. Seligman, si tratta di “passare, nella nostra vita, da un più due a un più sette e non solo da un meno cinque a un meno tre e sentirci un po’ meno infelici”.
Il nostro approccio si focalizza quindi sul futuro, su “una domanda di felicità, di benessere e al contempo una difficoltà autentica” nel trovare la strada.
Ma chi sono gli alleati di questa spinta verso il futuro, il benessere e la felicità ?
Innanzi tutto siamo noi, con le nostre potenzialità talvolta non completamente espresse, talvolta represse per paura di cambiare, di fallire, di essere giudicati, di sentirci fuori dal coro e per la difficoltà di fronteggiare i nostri nemici, soprattutto quelli interni.
Si tratta quindi di scoprire quelle potenzialità che una volta scovate, possono essere sviluppate per un progetto di vita più gratificante, sia esso riferito al lavoro, alla vita affettiva, allo sport o per affrontare un cambiamento, oppure perché ci siamo smarriti o vogliamo essere migliori o semplicemente desideriamo stare meglio .
In questo viaggio di scoperta, coach e coachee intraprendono insieme un percorso di esplorazione, di ascolto e di rigoroso allenamento delle potenzialità per portarle all’eccellenza e perché no, trasformarle in talenti.
Come coach, la nostra risposta si traduce quindi in una forte alleanza con il nostro coachee affinchè la sua volontà di costruire il futuro che desidera e la nostra volontà di essere al suo fianco volendo ciò che lui vuole, si possano tradurre in un progetto concreto e realizzabile.
In questo senso il nostro lavoro di coach e’ prepotentemente teso verso il futuro, un futuro migliore, che non si accontenta di vie di mezzo ma che si protende verso il superamento di noi stessi e si proietta nella costruzione di una autentica autorealizzazione.
Potrebbe sembrare un progetto onirico ma siamo convinti che in ciascuno di noi risiedano potenzialità inaspettate che vale la pena di scoprire e allenare perché il senso interiore di benessere che deriva dall’averle messe in gioco ha a che fare con quello stato mentale di cui parla Mihály Csíkszentmihályi – il flow – che sperimentiamo quando siamo un tutt’uno con le cose che facciamo, con le nostre motivazioni più vere e più profonde e in armonia con la parte più autentica del nostro sè.
Non è un esercizio facile ma soltanto se siamo capaci di protenderci verso l’impossibile, la nostra vita sarà degna di essere vissuta, da protagonisti e non solo da tifosi.
Come diceva Albert Camus, “Se c’è un peccato contro la vita, è forse non tanto disperarne, quanto sperare in un’altra vita e sottrarsi all’implacabile grandezza di questa”.
Un ringraziamento al coaching club Lombardia, alla SiaSsb di Milano, che ci ha ospitato e un ringraziamento particolare a Maurizio Del Fante per il prezioso contributo all’organizzazione e alla realizzazione di questo evento.
Coach Maria Grazia Peirone
Coaching Club Lombardia – 13 maggio 2011
PRESENTAZIONE DEL LIBRO DI LUCA STANCHIERI “101 MODI PER ALLENARE L’AUTOSTIMA”
Venerdì 13 maggio,presso SiaSsb di Milano, si è tenuta la presentazione dell’ultimo libro di Luca Stanchieri, psicologo e life-coach professionista che vive e lavora a Roma, nonché attuale Presidente dell’AICP. Titolo del libro: “101 modi per allenare l’autostima”.
Ma che cosa è l’autostima? Qual è il collegamento con il coaching? E, soprattutto, si sentiva la necessità di un ennesimo libro che ne trattasse?
Il fatto che se ne parli tanto, che s’invochi l’autostima ad ogni piè sospinto sia nel mondo del lavoro oltre che nelle relazioni personali, che fioriscano centinaia di corsi a riguardo, rappresenta un forte indizio del fatto che quello dell’autostima sia un problema attuale e molto sofferto.
In effetti, quando si parla di autostima, se ne parla, in genere, con riferimento ad episodi più o meno gravi in cui essa è oggetto di crisi… Stanchieri distingue a tal proposito: l’autostima (ovvero una valutazione di sé) fragile che richiede continue conferme; la disistima, ovvero la convinzione che il bene non sia parte della propria vita ed il disprezzo di sé che si verifica allorché una persona si condanna ad una vita infelice instaurando una vera e propria guerra contro se stessa. In questi casi, si parla di autostima negativa. Dal momento che l’autostima concerne il rapporto con il Sé, la prevalenza del “Falso Sé” che deriva dall’elaborazione negativa delle esperienze e delle relazioni, connota la valutazione di sé in senso negativo. Coloro i quali hanno un’autostima sicura, al contrario, non dipendono dall’approvazione sociale, ma agiscono in modo auto-determinato e congruente rispetto alle loro scelte. L’autostima positiva, infatti, deriva in modo speculare dalla prevalenza del “Vero Sé”. Secondo l’autore, ciascuno di noi possiede potenzialità innate per la costruzione del “Vero Sé”; tuttavia, affinché questo si sviluppi è necessario che vi sia un ambiente familiare, scolastico e sociale facilitante. Il problema fondamentale, allora, è rappresentato proprio dal contesto e dai modelli culturali dominanti che troppo spesso sono portatori di messaggi che danneggiano l’autostima.
Fortunatamente, però, l’autostima non è la semplice risultante dell’insieme di successi e fallimenti che abbiamo vissuto, né un dato di fatto cristallizzato e immodificabile. Al contrario, si tratta di un processo valutativo e sentimentale nei riguardi di se stessi che, dipendendo dall’esperienza e dal modo di interpretarla, può modificarsi nel tempo e, quindi, anche migliorare. Quando è sana e positiva, é la convinzione di avere diritto alla felicità e di poterla raggiungere grazie alle proprie potenzialità personali. Pertanto, lungi dall’indulgere nella lamentazione o negli alibi che scaturiscono dalle concezioni deterministiche, possiamo scegliere di agire, d’invertire la rotta e di puntare in direzione di una vita bella e buona, ovvero di una vita felice. Si tratta di una felicità (eudaimonia) che si realizza nel bene per sé e per chi ci circonda ed è, pertanto, legata al processo di auto-realizzazione individuale, relazionale e collettivo, per cui la felicità di ciascuno di noi si esprime ed influenza lo spazio sociale. In questo senso, l’autostima positiva, ovvero la sana autostima, è generativa poiché, trascendendo l’individuo, si apre al bene ed alla felicità comuni.
Allora comprendiamo il senso (ambizioso) di questo libro: contribuire alla costruzione di una sana e positiva autostima che sia davvero generativa di un bene individuale, relazionale e comune e che si rifletta, dunque, positivamente nel rapporto di ciascuno di noi con il corpo, con il “Sé” negli affetti e nel lavoro. Come? Con l’allenamento delle potenzialità personali attraverso il metodo del coaching umanistico di cui Stanchieri è stato uno dei promotori e fondatori in Italia.
Il coaching umanistico affonda le proprie radici nell’epoca ellenistica e negli “esercizi spirituali” dei filosofi greci. La filosofia, a quel tempo, non era teoria, ma s’incarnava in un modo di essere: era l’arte di vivere. Ma quest’arte era frutto di una pratica costante, di un incessante lavoro su se stessi per “procurare la serenità dell’anima”. Tali esercizi riguardavano lo “spirito” dell’uomo, coinvolgendone il pensiero, l’immaginazione, la sensibilità e la volontà. Implicavano una diversa visione del mondo e la realizzazione di sé mediante un continuo miglioramento e progresso spirituale in direzione della saggezza. Ed il luogo in cui si svolgevano le lezioni di filosofia era il “gimnasion”, la palestra in cui si praticavano anche gli esercizi fisici. E’ evidente l’analogia tra allenamento del corpo e dello spirito. Da qui, trae origine il coaching umanistico quale percorso di allenamento delle proprie potenzialità per il raggiungimento di una piena e sana realizzazione di sé.
Ed è proprio attraverso un allenamento costante e specifico che anche l’autostima può migliorare e crescere. Dunque, in modo apparentemente provocatorio, al termine della presentazione, Stanchieri afferma che: “l’autostima è un programma di allenamento… è fitness!”
Ma come ci si allena? Per questo, si rimanda alle belle pagine di questo libro che, sull’esempio dei filosofi greci, non si esaurisce nell’esposizione di una teoria, ma prescrive sistematicamente esercizi pratici di allenamento per chiunque desideri riprendere il governo della propria vita compiendo scelte ed azioni che siano in armonia con la parte più autentica e migliore di sé!
Ringraziamo tutto il Coaching Club della Lombardia che si è mobilitato per la buona riuscita di questo evento ed, in particolare, il responsabile Domenico Giordano che ne ha supervisionato l’organizzazione e Barbara Mitelli, collaboratrice di Stanchieri, che ha avuto l’onere e l’onore di moderare l’interessante dibattito che è scaturito a conclusione della presentazione.
Coach Maria Cristina Gallicchio

Venerdì 13 maggio doppio appuntamento con il Coaching Club Lombardia

Venerdì 13 Maggio 2011 (14,30-16,30)
Sala Atrium presso SiaSsb
Via Taramelli 26 – Milano (Metro Gialla fermata Zara oppure Sondrio)
L’Associazione Italiana Coach Professionisti (AICP ) è lieta di invitarLa al seminario:
L’ALLENAMENTO DELLE POTENZIALITA’
L’allenamento delle potenzialità è in primo luogo un metodo di analisi, di
conoscenza, di classificazione delle persone e del loro sviluppo. In secondo luogo un metodo di sviluppo che può portare al benessere e ben oltre. Cercheremo di comprendere come il metodo del coaching umanistico, fondato su una teoria generale del potenziale umano, possa offrire all’individuo, alle relazioni e ai contesti strade inedite e straordinarie
di sviluppo.
Relatore: Dott. Luca Stanchieri
Coach nella trasmissione televisiva in onda su Sky e La7 “Adolescenti: istruzioni per l’uso“. Presidente dell’Associazione Italiana Coach Professionisti e Fondatore della Scuola Italiana di Life & Corporate Coaching, iscritto all’Albo dell’Ordine degli Psicologi di Roma. Ha svolto un master in Corporate Coaching, è membro professionale dell’Associazione Internazionale di Psicologia Positiva ed ha sviluppato la sua professione di Life & Executive Coach rielaborando il metodo americano per il contesto europeo. (www.scuoladicoaching.it / www.associazionecoach.com)
Partecipazione: 20,00 euro coach tesserati AICP, 30,00 euro per coach non tesserati AICP
Per info e iscrizioni contattare:
Domenico Giordano: jordan_D@libero.it cel. 347 4438591

13 MAGGIO 2011 – Milano ore 17,30
L’Associazione Italiana Coach Professionisti (AICP), è lieta di invitarLa presso:
Sala Atrium presso SiaSsb Via Taramelli 26 – Milano (Metro Gialla fermata Zara oppure Sondrio)
PRESENTAZIONE DEL LIBRO DI LUCA STANCHIERI
“101 MODI PER ALLENARE L’AUTOSTIMA”
«Esiste un’ampia fenomenologia della crisi di autostima: i delusi dall’amore, gli insicuri nelle relazioni, i perdenti nel lavoro, gli indecisi nello sport, quelli che vorrebbero ma non sanno cosa, quelli che sarebbero ma non sanno chi, gli sconfitti, i disorientati, gli inquieti in ritardo con il “tempo biologico”, i “dipendenti affettivi”, i solitari per altrui scelta, i trascurati, i bistrattati che non si ribellano, i “sono fatto così”, i “è tutta colpa tua”, i “decidi tu, per me è uguale”… Spesso parleremo di questi disastri, trappole e tranelli della disistima: il pessimismo, l’invidia, il cinismo, il narcisismo, il “lamentismo”, il “rinunciatarismo”…»
101 suggerimenti per vivere serenamente, sfruttando tutto il nostro potenziale, e per imboccare la strada giusta: quella che conduce al benessere proprio e altrui.
Luca Stanchieri: è un life-coach professionista, vive e lavora a Roma, conduce seminari orientati alla realizzazione dell’individuo. Autore di molti libri sull’argomento, ha partecipato come esperto a numerosi programmi TV e ha condotto la trasmissione Adolescenti: Istruzioni per l’Uso, trasmessa su Sky e su La7.
info: Domenico Giordano jordan_D@libero.it

Coaching Club Lombardia – seminario del 24 febbraio 2011
“AUTOSTIMA ED EMPOWERMENT”
IL COACHING COME OPPORTUNITA’ DI CRESCITA E SVILUPPO PER LA PERSONA E PER LE ORGANIZZAZIONI
Giovedì 24 febbraio si è svolto presso l’Istituto Auxologico di Milano un seminario organizzato dall’Associazione Italiana Coach Professionisti – Coaching Club Lombardia.
I relatori, Gabriele Defrancesco –psicoterapeuta e coach- e Maurizio Del Fante –formatore, consulente aziendale e coach- entrambi soci fondatori dell’AICP, hanno affrontato il tema dell’autostima e dell’empowerment in relazione al coaching.
Il coaching, infatti, quale metodo di formazione e sviluppo delle potenzialità della persona finalizzato al conseguimento dei propri obiettivi ed, in ultima analisi, alla piena ed autentica realizzazione di sé, è inevitabilmente collegato sia al tema dell’autostima, intesa come giudizio di valore su di sé, sia a quello dell’empowerment.
Un elevato grado di autostima, ovvero un’autovalutazione positiva di sé, implica un grado elevato di fiducia in se stessi e di speranza ed è, quindi, presupposto imprescindibile per credere che un cambiamento sia possibile. Ciò influenza direttamente l’auto-efficacia, ovvero la capacità di agire concretamente e con risultati positivi nelle tre aree dell’auto-realizzazione: l’autonomia (dal greco: avere la norma del proprio comportamento in sé), la competenza (saper fare-saper scegliere-saper decidere) e la relazionalità. Quanto più una persona è auto-realizzata, tanto più avrà fiducia nelle proprie capacità, sarà felice e più forte. L’auto-efficacia è dunque collegata all’empowerment, cioè al rafforzamento della persona sia singolarmente che nell’ambito delle organizzazioni.
Il concetto di empowerment che può essere felicemente declinato come potere “in” (senso del proprio valore), potere “di” (capacità di fare, legato alle potenzialità individuali) e potere “con” (capacità di integrarsi e lavorare con gli altri, in team) suggerisce, quindi, che il processo di rafforzamento di sé (em-power-ment) presupponga autostima ed autoefficacia che sono alla base del lavorare bene con gli altri nell’ambito delle organizzazioni secondo una modalità “win-win”, che genera cioè un effetto moltiplicatore delle energie e quindi dei risultati.
Il coaching, pertanto, stimolando lo sviluppo delle potenzialità, della fiducia in sé, dell’autostima e dell’autoefficacia contribuisce ad innescare un circolo virtuoso a beneficio sia dei singoli che delle organizzazioni.
Il seminario che ha visto la partecipazione di coach, esponenti del mondo dello sport, imprenditori e managers provenienti da diversi settori ha avuto un notevole successo registrando un’elevata partecipazione ed un apprezzamento generale.
Ringraziamo, pertanto, di cuore per l’impegno profuso ed i brillanti risultati raggiunti Domenico Giordano -referente del Coaching Club della Lombardia, i relatori -Gabriele Defrancesco e Maurizio Del Fante- e tutti coloro che si sono spesi per l’ottima riuscita di quest’evento !
Maria Cristina Gallicchio

Si è svolta a Milano la prima Fiera Italiana del coaching organizzata dalla neonata associazione di professionisti del settore AICP. Nell’ambito della fiera, che ha visto la partecipazione di oltre 150 visitatori e 35 ospiti, sono stati affrontati numerosi temi “caldi” quali quelli della famiglia, della scuola, dello sport e dell’attività d’impresa sia nelle PMI sia nelle grandi aziende. Il metodo adottato, naturalmente, è stato quello proprio del coaching: domande aperte e stimolanti poste dai coordinatori dei tavoli di volta in volta incaricati che hanno consentito agli ospiti, in un’atmosfera calda ed accogliente, di aprirsi, di esprimere problematiche, dubbi, ma soprattutto di portare alla luce le enormi potenzialità e ricchezze presenti sia nelle persone, sia nei vari contesti organizzativi. Ai coach, esploratori ed allenatori di potenzialità, quindi, il compito di affiancare genitori amorevoli ma a volte disorientati; insegnanti illuminati che, con perseveranza e creatività, già portano avanti progetti educativi in contesti sovente disagiati; coraggiosi imprenditori che, con ingegnosità e lungimiranza, s’impegnano per resistere e, addirittura, crescere nonostante la pressione quasi insostenibile di una competizione straziante poiché spesso sleale quale è quella che domina l’attuale mercato globale.
Stiamo attraversando una fase di crisi, di transizione che però rappresenta anche una sfida: la grande sfida di raccogliere le idee, i sentimenti, i talenti e le energie che ci contraddistinguono come persone e come Italiani e di incanalarli in un ambizioso progetto, chiaro, concreto e vitale quale è quello di fondare una nuova cultura generatrice di successo, di un successo che trae linfa dalla ricchezza interiore e che, in un circolo virtuoso, sia al contempo causa e conseguenza di una sana e piena realizzazione personale.
Anche grazie al coaching, se ci impegniamo, tutto ciò sarà possibile!
Maria Cristina Gallicchio
AICP Coaching Club Lombardia